#25
Il tuo antidoto alla cattiva scrittura,
alla cattiva comunicazione e alle cattive maniere.
Grazie di essere qui: lo apprezzo molto
21 febbraio 2022
Da ragazzina volevo fare l’attrice. Per un periodo, tra il liceo e l’università, ho anche fatto teatro.
Come spesso capita, poi ho fatto altro nella vita.
Questa cosa mi è tornata in mente seguendo il corso di un copywriter, il quale, ad un certo punto della sua lezione, ha detto qualcosa del genere: scrivere per gli altri è un po’ come recitare una parte.
Non ci avevo mai pensato.
Ma in effetti è proprio così: produrre un testo per conto di altri richiede d’immedesimarsi in un ruolo. Anzi in tanti ruoli, perché cambiano sempre.
È abbastanza diverso rispetto a quando scrivevo su un giornale quotidiano: lì dovevo “solo” fare il mio mestiere di giornalista, cioè mediare tra la notizia e il lettore, quindi mantenendo intatto il mio punto di vista, sfruttando il mio bagaglio di esperienze e mettendo a frutto le mie conoscenze della materia.
Anche il lavoro che faccio adesso richiede lo stesso impegno di studio e approfondimento: vale sempre il principio che bisogna dominare la materia e non esserne dominati (come diceva il mio caposervizio quando facevo il praticantato).
Quindi, se devo scrivere su un argomento, prima me lo studio per bene e cerco di cogliere l’aspetto che penso possa interessare di più il lettore. Ma, mentre come giornalista il lavoro finiva lì, adesso devo anche interpretare il pensiero di chi mi affida il lavoro, posizionando il testo secondo il suo punto di vista, sfruttando il suo bagaglio di esperienze e mettendo a frutto le sueconoscenze.
Forse sarei stata una pessima attrice: troppo introversa e timida.
La timidezza invece mi ha reso un’acuta osservatrice: osservo e imparo.
Un’abilità che ora si sta rivelando utile perché ha affinato la mia capacità di analisi e di empatia. E non potrei fare il lavoro che faccio se non fossi capace di questo.
Non giudico mai le persone al primo incontro perché penso a me: data la mia ritrosia, se tu dovessi giudicarmi al primo sguardo prenderesti un abbaglio… Mi limito a scrutare le persone dal mio angolino silenzioso e a guardarle dentro più in profondità che posso. Così riesco quasi sempre a coglierne l’essenza e, soprattutto, il talento (tutti abbiamo un talento, ma spesso ci manca qualcuno che ci aiuti a valorizzarlo).
Quindi, alla fine, non ho fatto l’attrice, ma recito lo stesso 😊
Te ne parlo perché può tornarti utile nel tuo lavoro: comprendere il tuo interlocutore (cliente, fornitore, collega, capo ufficio) ti permette di calibrare la tua comunicazione e renderla più efficacerispetto al risultato che ti aspetti.
Io ho usato la metafora del recitare, ma è quello che comunemente definiamo mettersi nei panni altrui.
Allenati a farlo e vedrai che non solo otterrai più risultati, ma cambierà il modo in cui le persone si relazionano con te.
In caso: fai un corso di recitazione 🤠
P.S. Nel marketing viene spesso evocata la cosiddetta buyer persona, l’archetipo del nostro cliente tipo, con varie tecniche per individuarla. Per me sono tutte complicate e costose: sondaggi; rilevazioni statistiche; inchieste… sistemi adatti a business medio-grandi, che hanno budget e un ricco database di clienti. Il modo più alla nostra (mia) portata è quello di “recitare”, nel senso di sforzarsi di mettersi nei panni altrui: alla fine la buyer persona salta fuori (quasi) da sola.
Trucchetto per una comunicazione efficace anche senza buyer persona: trascrivi su un file (o su un taccuino) le parole, le frasi e le espressioni così come le usano i tuoi clienti (quando ti fanno domande; quando si lamentano di qualcosa; quando ti lasciano una recensione; quando commentano un tuo post social) e riusale nella tua comunicazione. Per loro sarà come se leggessi nella loro testa…
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Sto cercando di mettere su un mini corso e sono indecisa. Ho due opzioni:
1. un corso su come rendere efficace il sito internet che ti hanno realizzato ma non ti porta né contatti né risultati
2. un corso per identificare lo storytelling da usare nella tua comunicazione per valorizzare il tuo talento.
Tu quale vorresti? Puoi farmelo sapere qui.
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Consiglio di scrittura
Similitudini, analogie e metafore sono armi potenti. Le usiamo comunemente nel linguaggio corrente: forte come una roccia; leggero come una piuma; cieco come una talpa; la chiave del successo; ecc. Prova ad andare oltre e a crearne di meno scontate, facendo magari ricorso alla tua esperienza e al tuo vissuto.
Come?
Immagine: possiedo un terreno di un ettaro e mezzo→ possiedo un terreno grande come due campi da calcio.
Contesto e specificità: la cuccia del cane di Carlo sembra una 500 (chi non conosce la 500 perché vive in una paese dove questo tipo di auto non ha mai circolato non comprenderà l’informazione).
Sorpresa: le foglie di questa zucca sono enormi→ le foglie di questa zucca sono grandi come il coperchio di un bidone della spazzatura (accostamento inaspettato di elementi appartenenti a mondi diversi); meglio ancora→ le foglie di questa zucca sono grandi come il coperchio dei bidoni della spazzatura del nostro quartiere (sorpresa+contesto+specificità).
Stammi bene.
Romina
www.scribantia.it
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Romina Pellecchia Velchi
Giornalista-acchiappastorie
Scrivo per il web le persone
Content marketing | Storytelling
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