#29
Il tuo antidoto alla cattiva scrittura,
alla cattiva comunicazione e alle cattive maniere.
Grazie di essere qui: lo apprezzo molto
10 maggio 2022
«Non siamo macchine pensanti che si emozionano, ma macchine emotive che pensano».
Lo dice la neuroscienza.
E ora lo sa anche il signor Antonio.
Il signor Antonio ha sempre lavorato nella sua falegnameria con passione e precisione. Ha collaborato a progetti importanti, anche all’estero. Pensava che fare bene il proprio lavoro fosse sufficiente.
Io l’ho conosciuto grazie al passaparola: me l’ha consigliato un’amica architetto quando dovevo rifare le finestre di casa. Ha fatto un ottimo lavoro. E gliene avrei fatto fare altri se non fosse che, nel frattempo, è arrivata la crisi e lui non ce l’ha fatta: ha dovuto chiudere.
Il signor Antonio non aveva un sito. Il signor Antonio non raccontava la sua esperienza. Il signor Antonio non aveva costruito relazioni con i suoi clienti. Il signor Antonio aveva sperperato il suo tesoro più grande: la sua storia.
Mi hanno raccontato altre vicende simili. «Romina – mi ha detto un giorno un mio amico artigiano – il problema è che non sappiamo raccontare la nostra storia. È di questo che abbiamo bisogno, oggi che il business è diventato così competitivo: di qualcuno che sappia raccontare le nostre storie».
Per me – che stavo giusto reinventando la mia professione dopo essere uscita dalla redazione di un giornale – è stata come un’illuminazione: e se fossi proprio io quel qualcuno? In fondo, è quello che ho sempre fatto come giornalista. E come giornalista acchiappastorie avrei certamente potuto aiutare il signor Antonio.
Lo so cosa stai pensando: «Ma io non sono il signor Antonio. Io ho appena iniziato, sto partendo da zero, non ho nessuna storia».
Beh, il caso del signor Antonio è la prova che il problema non è avere o no un passato professionale. E il problema non è nemmeno essere bravi nel proprio mestiere.
Il problema è farlo sapere, dato che ciò che spinge le persone a ricordarsi di noi è la nostra personalità, il nostro modo unico di fare le cose, il nostro punto di vista. La nostra storia come persone, come individui.
E tu, in quanto individuo, hai sicuramente una storia da raccontare:
Tutto ciò è ciò che ti rende unico.
Ma se non lo racconti, nessuno mai lo saprà e nessuno potrà mai decidere di scegliere te piuttosto che il tuo concorrente.
È un dato di fatto.
Poi, appurato che tutti abbiamo una storia – un nucleo di eventi e notizie che fanno di noi quello che siamo – c’è il problema di individuarla, tirarla fuori e valorizzarla.
Ma te ne parlo nel prossimo appuntamento di Punto e Virgola, tra una o due ssettimane (non ho ancora deciso 😊).
***
Come sconfiggere il blocco dello scrittore pt.1
Se il problema nasce dal fatto che ti sembra di scrivere male e hai paura che altri giudichino negativamente il tuo testo, forse dipende dal fatto che stai cercando di scrivere un testo subito perfetto.
Soluzione: datti la possibilità di scrivere prima una bozza, anche molto ruvida e brutta. Mettiti nella predisposizione d’animo che non stai scrivendo, ma buttando giù delle idee. Riuscirai a rompere il ghiaccio e il resto verrà da sé.
Se invece il problema è che ti mancano le idee, forse è perché ti stai dedicando troppo alla produttività e poco alla creatività. Le idee non vengono a comando, perciò devi tenere occhi e orecchie bene aperti.
Soluzione: cambia le tue letture; dai sfogo alla curiosità; ascolta e fai domande per instaurare conversazioni interessanti.
Stammi bene.
Romina
www.scribantia.it
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Romina Pellecchia Velchi
Giornalista-acchiappastorie
Scrivo per il web le persone
Content marketing | Storytelling
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