Mozart era un poeta e un filosofo. Uno scrittore. Per comunicare il suo pensiero usava le note anziché l’alfabeto, ma la sostanza non cambia: aveva una ben precisa visione del mondo, solo che ha scelto la musica per comunicarla. Ha coltivato il suo talento naturale, lo ha arricchito e nutrito, seguendo la sua strada con coerenza. C’è qualcosa, nell’esempio del grande compositore, che può aiutare anche a noi, impegnati ogni giorno a vincere la sfida di una scrittura efficace.
Dimentica l’Amadeus di Milos Forman. Quando quel film è uscito (1984) avevo 18 anni e di Mozart non sapevo nulla. Così ho creduto alla storia del genio volgare e rozzo, dello sciocco irriverente ma dotato di un talento divino.
Nulla di tutto ciò, come ho scoperto poi (soprattutto leggendo, tra l’altro, il libro di Lidia Bramani).
Mozart era tutt’altro che svagato, svampito, disimpegnato, ingenuo o amorale. Conoscere la sua vicenda umana non dico che ci possa far diventare dei geni, ma ci indica una strada che è valida sempre. Piccole, semplici regole base che possono trasformare la nostra scrittura in una scrittura efficace.
Mozart era colto. Padroneggiava diverse lingue moderne (tedesco, italiano, francese), oltre al latino. Leggeva tantissimo, viaggiava e si era circondato di alcune delle migliori e più avanzate menti del suo tempo (medici, filosofi, giuristi, poeti, scrittori).
Mozart era curioso rispetto alle spinte ideali del suo tempo e le sue opere riflettono le tensioni dell’epoca. Seguiva gli avvenimenti e si teneva aggiornato sui fatti politici e sociali. Benché assolutamente preso dalla sua arte, era tutt’altro che assente dal mondo.
Forse anche per orgoglio, ma soprattutto per coerenza, Mozart non si è mai piegato alle ipocrisie. Aveva principi etici e valori ben saldi, che gli hanno impedito di scendere a compromessi, a costo di rimetterci in prima persona. La sua gerarchia di valori era basata su rispetto, correttezza, indulgenza, fiducia, tolleranza.
Mozart ne faceva largo uso contro i pregiudizi e i moralismi. E anche per sbeffeggiare gli arroganti, smascherare la malafede dei potenti e demolire i luoghi comuni nei quali, pensava, «si annida la menzogna».
Poi, se ti va, ascolta il secondo movimento del concerto per pianoforte K488: è di una bellezza sublime.