«Mi sono iscritto perché fino ad ora ho scritto per il web mentre adesso vorrei scrivere per le persone. Molte volte perdo di vista il fatto che il web è il mezzo non il destinatario dei miei scritti».
Questo è il messaggio che ho ricevuto qualche tempo fa da un neo iscritto alla mia newsletter rispondendo alla domanda sul perché avesse scelto di entrare nella mia lista.
E lo ringrazio perché, con poche semplici parole, ha espresso benissimo un problema che è molto diffuso e che io ho avvertito fin da subito, cioè da quando ho lasciato il mondo della carta stampata per entrare in quello della scrittura per il web.
All’inizio mi sono trovata spiazzata: c’erano tante regole, tecniche, tool di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza, mentre il mio modo di scrivere – acquisito in tanti anni di giornalismo – sembrava out of date, inadeguato, addirittura dannoso in certi casi.
Insomma, per scrivere per il web testi efficaci e che convertono – così mi sembrò all’inizio – avrei dovuto dimenticare le buone pratiche che avevo imparato e obbedire ai diktat di Google.
Per mia fortuna, non è stato necessario. Non ho solo scoperto che anche Google, oggi, ama i testi ben scritti, che appassionano e coinvolgono le persone più di quelli con le keyword ben piazzate. Ho anche conosciuto persone ben più esperte di me che ogni giorno mi confermano nella convinzione che per comunicare e scrivere bene serve prima di tutto empatia.
Avere empatia significa saper entrare in sintonia con l’altro, mettersi nei suoi panni, capire cosa lo preoccupa, cosa gli piace o gli interessa.
Tradotto in pratica? Ecco un tesoretto di consigli che ho rubato alla mitica Ann Handley:
1. Attiva almeno due sensi: vista, olfatto, tatto, gusto, udito. Invita il lettore a immaginare (la situazione, il prodotto ecc). Evoca odori, sapori, sentimenti, sensazioni.
2. Stai lontano dai cliché. Usa parole e concetti tuoi, non scontati o banali.
3. Racconta una storia. Così aiuti il lettore ad immaginare “ciò che sta dietro”, le situazioni passate e future, i momenti vissuti o da vivere.
4. Utilizza pronomi/aggettivi determinativi. Ad esempio, non UN migliore amico, ma il TUO migliore amico. Ricorda: mentre legge, la persona è sola con te. Sa benissimo che quel testo non è scritto per lui o lei, ma la sua percezione, in quel momento, gli fa credere che tu stai parlando a lui o a lei in esclusiva.
5. Evoca emozioni. È legato al punto 3, ma non solo: inserisci un elemento personale e autentico.
6. Induci urgenza o evoca scarsità. Non c’è bisogno di spiegazione: è un classico del marketing.
7. No gratis. Benché sia considerata una parola ad alta conversione, in certi casi può essere controproducente. La parola gratis può uccidere un annuncio, ad esempio, perché segnala che “nessuno vuole” quel prodotto o servizio. Non è detto che, inserendo un prezzo ragionevole, si ottengano meno contatti perché il valore percepito diventa più alto. Sì, gli esseri umani sono strani.
8. Tu non sei il tuo cliente. Sforzati di guardare attraverso gli occhi degli altri: quello che a te sembra un brutto colore, per qualcun altro potrebbe essere il più bel colore del mondo.
9. Leggerezza e ironia: solo in rari casi sono fuori posto. In tutti gli altri, se sarai in grado di strappare un sorriso, avrai fatto centro.
E le parole chiave? E la Seo? Possiamo imparare a fregarcene un po’ (per un po’…).