Quando ho smesso di fare la giornalista nel senso tradizionale del termine e ho iniziato a scrivere per il web, ho iniziato a documentarmi, leggere, seguire corsi: copywriting; Seo; scrittura efficace; titoli che vendono ecc, ecc.

Mi è piovuta addosso una quantità di formule, regole, schemi, tecniche che ho creduto ne sarei rimasta schiacciata.

Viva l’italiano

In molti casi si trattava di informazioni che erano (quasi) l’esatto contrario di quello che avevo imparato fino a quel momento.

Per esempio, a me è stato insegnato ad evitare le ripetizioni (parole e/o concetti), ad usare i sinonimi e le metafore per non annoiare il lettore e accendere un’immagine nella sua testa; a scrivere testi e titoli in un italiano corretto.

 “Come vedere lista numeri bloccati su Android”: va bene per Aranzulla, non per me…

Addirittura, c’è chi sostiene che per essere efficaci nel web non sia necessario saper “scrivere bene”: basta rispettare le regole della buona Seo e il gioco è fatto.

Niente. Non posso adeguarmi a questo approccio

Non chiamarmi copywriter

Questo approccio va bene (forse) per certa pubblicità (o per Aranzulla, appunto). Bada bene, non è una critica di valore: semplicemente sono due lavori diversi. Ecco perché non mi definisco copywriter; preferisco webwriter o digital media editor. Insomma, scrittrice per il web – anzi, per le persone -:)

In effetti, non sono una copywriter. Non “scrivo per vendere” in senso stretto: sono piuttosto un’acchiappastorie.

Detto in altri termini: racconto storie, anche quando si tratta di scrivere un articolo per il blog di un’azienda che vende macchine per caffè.

Le mie due regole

Ci sono due regole che mi piace seguire quando scrivo e sono quelle che ho imparato durante la mia gavetta come giornalista: 

  1. di qualunque argomento si debba scrivere – anche il più noioso e “grigio” – il lettore va “divertito”. Divertito non significa farlo ridere, ovviamente. Significa offrirgli del pane per i suoi denti, in modo che, finito di leggere, si senta sazio. Capisci cosa intendo?
  2. quando si scrive bisogna dominare la materia, non esserne dominati. E si può essere padroni dell’argomento solo se lo si è studiato e approfondito.

 

È in questo modo che si riesce a mantenere alta l’attenzione del lettore; a fare in modo che continui a leggere fino alla fine; che si appassioni; e, quindi, che ritorni.

Puoi star certo che anche Google – oggi – apprezza contenuti così

Seo sì, ma…

Fai una prova.

Cerca “borse dipinte a mano” su Google. Nella seconda pagina dei risultati, in quarta posizione, troverai questo articolo: “Barbara Lisanti, arrivano dal sud le borse dipinte a mano: dal lavoro in un call center al successo nella moda”.

L’ho scritto nel 2015, alla “vecchia maniera”, senza seguire alcuna regola Seo (anche perché ancora non le conoscevo…). Eppure, è lì: continua a ricevere contatti ed è posizionato per 16 keyword diverse (di cui 4 tra i primi 10 risultati). Tutto sommato non male, considerato che dietro non c’è stata alcuna analisi e/o strategia Seo. 

Ricordo che Barbara Lisanti, l’imprenditrice di cui parlo nell’articolo, mi disse che il suo sito aveva ricevuto un picco di visite nei giorni seguenti la pubblicazione.

Pensa se avessi anche applicato una moderna strategia Seo: avrei fatto il botto!

Dunque, ora sai a cosa vai incontro se decidi di lavorare con me -:)

Ricapitolando: io prendo la tua idea e la faccio viaggiare con le parole. Nel web o sulla carta stampata.

Scrivo:

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