romina pellecchia velchi scribantia

Romina Pellecchia Velchi

Giornalista-acchiappastorie e dispensatrice seriale di parole.

Ognuno di noi ha un talento, solo che spesso non riusciamo ad esprimerlo.

Ho sempre considerato lo spreco di talento un’ingiustizia e io non sopporto le ingiustizie.

Anche per questo sono molto grata a tutti quelli che hanno avuto fiducia in me quando io non l’avevo.

Sono in debito e per questo voglio aiutare quelli che non riescono a fare valere il proprio talento.

Non avendo i poteri straordinari di Wonder Woman, lo faccio con i mezzi a mia disposizione: la penna (o meglio la tastiera).

Se stai cercando qualcuno che ti aiuti ad individuare, mettere a fuoco e valorizzare la tua storia/il tuo talento, forse sono la persona giusta per te.

Gli iscritti alla mia newsletter si dicono «affascinati» dal mio modo di scrivere, «frizzante», «immediato» e che «cattura attenzione».

È così che trasformo i tuoi testi in storie memorabili.

romina pellecchia velchi scribantia

Romina Pellecchia Velchi

Giornalista-acchiappastorie e dispensatrice seriale di parole.

Ognuno di noi ha un talento, solo che spesso non riusciamo ad esprimerlo.

Ho sempre considerato lo spreco di talento un’ingiustizia e io non sopporto le ingiustizie.

Anche per questo sono molto grata a tutti quelli che hanno avuto fiducia in me quando io non l’avevo.

Sono in debito e per questo voglio aiutare quelli che non riescono a fare valere il proprio talento.

Non avendo i poteri straordinari di Wonder Woman, lo faccio con i mezzi a mia disposizione: la penna (o meglio la tastiera).

Se stai cercando qualcuno che ti aiuti ad individuare, mettere a fuoco e valorizzare la tua storia/il tuo talento, forse sono la persona giusta per te.

Gli iscritti alla mia newsletter si dicono «affascinati» dal mio modo di scrivere, «frizzante», «immediato» e che «cattura attenzione».

È così che trasformo i tuoi testi in storie memorabili.

Vuoi sapere se possiamo collaborare?

Leggi la mia storia

Scrivo, ergo sum

Da piccola, mia madre tutte le sere mi leggeva una fiaba o un racconto. Così, a 7 o 8 anni, avevo già “letto” (quasi) tutto Salgari nella versione integrale: l’intero ciclo del Corsaro Nero, di Sandokan e del (meno noto) Far West. 

Quando voleva creare suspense o attesa per qualcosa che stava per accadere nel racconto, Salgari utilizzava sempre lo stesso metodo. Usava un incipit del tipo: “Tutti gli uomini sedevano tranquilli attorno al fuoco e ridevano, quando…”. Io aspettavo eccitatissima la fatidica frase – che annunciava sviluppi emozionanti – solo per poter pronunciare, all’unisono con mia madre, la parola magica “quando”.

Erano i miei primi rudimenti letterari. La mia prima lezione di come si può svegliare e mantenere l’attenzione di un lettore.

È così che sono diventata ciò che sono oggi: giornalista, blogger e acchiappastorie. Oltre che una lettrice incallita.

Scrivo, ergo sum

Da piccola, mia madre tutte le sere mi leggeva una fiaba o un racconto. Così, a 7 o 8 anni, avevo già “letto” (quasi) tutto Salgari nella versione integrale: l’intero ciclo del Corsaro Nero, di Sandokan e del (meno noto) Far West. 

Quando voleva creare suspense o attesa per qualcosa che stava per accadere nel racconto, Salgari utilizzava sempre lo stesso metodo. Usava un incipit del tipo: “Tutti gli uomini sedevano tranquilli attorno al fuoco e ridevano, quando…”. Io aspettavo eccitatissima la fatidica frase – che annunciava sviluppi emozionanti – solo per poter pronunciare, all’unisono con mia madre, la parola magica “quando”.

Erano i miei primi rudimenti letterari. La mia prima lezione di come si può svegliare e mantenere l’attenzione di un lettore.

È così che sono diventata ciò che sono oggi: giornalista, blogger e acchiappastorie. Oltre che una lettrice incallita.

A cavallo di due mondi
romina pellecchia velchi scribantia

L’esame da giornalista l’ho fatto con la mitica Olivetti Lettera 32, risma di fogli e bianchetto. Era il 1998, gli smartphone erano di là da venire e Google sarebbe nato ufficialmente giusto qualche mese dopo. 

Non ho problemi ad ammettere che la mia formazione, dunque, è analogica. Ma sai cosa ti dico? È un bene. 

È un bene perché mi sono risparmiata di dover scrivere quei testi deficienti, con la parola chiave ripetuta fino alla noia solo per scalare la pagina dei risultati di Google.

È un bene perché – oggi che Google s’è fatto furbo e ha capito che gli esseri umani sono esseri umani – io che ho scritto sempre e solo per le persone ho un vantaggio.

romina pellecchia velchi scribantia

A cavallo di due mondi

L’esame da giornalista l’ho fatto con la mitica Olivetti Lettera 32, risma di fogli e bianchetto. Era il 1998, gli smartphone erano di là da venire e Google sarebbe nato ufficialmente giusto qualche mese dopo. 

Non ho problemi ad ammettere che la mia formazione, dunque, è analogica. Ma sai cosa ti dico? È un bene. 

È un bene perché mi sono risparmiata di dover scrivere quei testi deficienti, con la parola chiave ripetuta fino alla noia solo per scalare la pagina dei risultati di Google.

È un bene perché – oggi che Google s’è fatto furbo e ha capito che gli esseri umani sono esseri umani – io che ho scritto sempre e solo per le persone ho un vantaggio.

Perché io?
scribantia romina pellecchia velchi

Perché prendi due piccioni con una fava: ti porti a casa il rigore metodologico del giornalista – il suo fiuto per la notizia, la sua capacità di arrivare al cuore della storia e di verificare le fonti – e l’efficacia del copywriter – la sua abilità nel produrre testi che convertono, l’attenzione al dettaglio e alla Seo, lo studio del target ecc.

Infatti, sappi che oggi non scrivo più su un giornale. Scrivo per blog e siti aziendali; newsletter; brochure

È successo che il giornale dove lavoravo, Liberazione, nel 2014 ha cessato le pubblicazioni. Fine. Morto.

Ho pianto. Con quel piccolo, ma combattivo giornale avevo condiviso ideali e passioni. Lì avevo fatto la mia gavetta, scoprendo i miei pregi e i miei difetti; lì ho raggiunto traguardi inaspettati, quando mi veniva offerto, per esempio, di diventare caporedattore o vicedirettore. Io che non chiedevo niente, pensando di non avere le qualità…

Asciugate le lacrime, ho capito che non potevo più tenere il piede in due staffe: il vecchio mondo stava morendo e dovevo entrare in quello nuovo.

Ci sono voluti un bel po’ di coraggio e determinazione, perché i percorsi di aggiornamento professionale alle volte sanno essere veramente rognosi: alla soglia dei cinquant’anni, ho scelto di lasciare la sicurezza del lavoro da dipendente per diventare libero professionista. Con tutti i rischi del caso.

È stato un susseguirsi di letture, master, corsi online, nuove relazioni e amicizie. Finché, zigzagando di qua e di là, sono approdata al content marketing.

E allora ho capito che era proprio lì che volevo andare; proprio lì che potevo dare il mio contributo; proprio lì che la mia esperienza professionale precedente poteva costituire un valore aggiunto.

Poi è venuto tutto il resto, fino a questo blog e a te che lo stai leggendo. 

Perché io?

Perché prendi due piccioni con una fava: ti porti a casa il rigore metodologico del giornalista – il suo fiuto per la notizia, la sua capacità di arrivare al cuore della storia e di verificare le fonti – e l’efficacia del copywriter – la sua abilità nel produrre testi che convertono, l’attenzione al dettaglio e alla Seo, lo studio del target ecc.

Infatti, sappi che oggi non scrivo più su un giornale. Scrivo per blog e siti aziendali; newsletter; brochure

È successo che il giornale dove lavoravo, Liberazione, nel 2014 ha cessato le pubblicazioni. Fine. Morto.

Ho pianto. Con quel piccolo, ma combattivo giornale avevo condiviso ideali e passioni. Lì avevo fatto la mia gavetta, scoprendo i miei pregi e i miei difetti; lì ho raggiunto traguardi inaspettati, quando mi veniva offerto, per esempio, di diventare caporedattore o vicedirettore. Io che non chiedevo niente, pensando di non avere le qualità…

Asciugate le lacrime, ho capito che non potevo più tenere il piede in due staffe: il vecchio mondo stava morendo e dovevo entrare in quello nuovo.

Ci sono voluti un bel po’ di coraggio e determinazione, perché i percorsi di aggiornamento professionale alle volte sanno essere veramente rognosi: alla soglia dei cinquant’anni, ho scelto di lasciare la sicurezza del lavoro da dipendente per diventare libero professionista. Con tutti i rischi del caso.

È stato un susseguirsi di letture, master, corsi online, nuove relazioni e amicizie. Finché, zigzagando di qua e di là, sono approdata al content marketing.

E allora ho capito che era proprio lì che volevo andare; proprio lì che potevo dare il mio contributo; proprio lì che la mia esperienza professionale precedente poteva costituire un valore aggiunto.

Poi è venuto tutto il resto, fino a questo blog e a te che lo stai leggendo. 

scribantia romina pellecchia velchi
Perché tu?
scribantia storytelling romina pellecchia velchi

Immagino che se stai leggendo queste righe è perché stai cercando qualcuno che trasformi in parole (possibilmente efficaci lato business) il tuo lavoro; che racconti chi sei, cosa fai e la tua missione, in modo che le persone.

  • si ricordino di te
  • non cadano addormentate leggendo i tuoi testi
  • non restino indifferenti
  • riconoscano il valore di ciò che fai
  • ti prestino ascolto
  • ti seguano e si fidino
  • acquistino da te

Ma non sai da dove cominciare. Pensi di non avere nulla da dire; o di non avere una storia da raccontare; o che la tua storia non interessi a nessuno.

È qui che ti sbagli.

Se ti dicessi che non solo la storia ce l’hai, ma che puoi farla diventare il centro, il fulcro di tutta la tua comunicazione?

Pensa: nemmeno io credevo che a qualcuno potesse interessare la mia storia. Eppure tu sei arrivato a leggere fin qui…

Con alle spalle decenni di giornalismo, avrò pure imparato a scovare storie e a renderle interessanti per il pubblico dei miei lettori, no? Posso fare lo stesso con te.

Anzi, per te posso fare di più oggi, perché nel nuovo mondo (quello di internet) abbiamo a disposizione strumenti che prima non esistevano e facilitano enormemente il nostro lavoro.

Suona le campane che ancora possono suonare. Dimentica la tua offerta perfetta. C’è una crepa in ogni cosa. È così che entra la luce

scribantia storytelling romina pellecchia velchi

Suona le campane che ancora possono suonare. Dimentica la tua offerta perfetta. C’è una crepa in ogni cosa. È così che entra la luce

Perché tu?

Immagino che se stai leggendo queste righe è perché stai cercando qualcuno che trasformi in parole (possibilmente efficaci lato business) il tuo lavoro; che racconti chi sei, cosa fai e la tua missione, in modo che le persone.

  • si ricordino di te
  • non cadano addormentate leggendo i tuoi testi
  • non restino indifferenti
  • riconoscano il valore di ciò che fai
  • ti prestino ascolto
  • ti seguano e si fidino
  • acquistino da te

Ma non sai da dove cominciare. Pensi di non avere nulla da dire; o di non avere una storia da raccontare; o che la tua storia non interessi a nessuno.

È qui che ti sbagli.

Se ti dicessi che non solo la storia ce l’hai, ma che puoi farla diventare il centro, il fulcro di tutta la tua comunicazione?

Pensa: nemmeno io credevo che a qualcuno potesse interessare la mia storia. Eppure tu sei arrivato a leggere fin qui…

Con alle spalle decenni di giornalismo, avrò pure imparato a scovare storie e a renderle interessanti per il pubblico dei miei lettori, no? Posso fare lo stesso con te.

Anzi, per te posso fare di più oggi, perché nel nuovo mondo (quello di internet) abbiamo a disposizione strumenti che prima non esistevano e facilitano enormemente il nostro lavoro.

Quanto a me

La mia casa è il mio ufficio. Mi sposto solo se strettamente necessario.

D’inverno accendo la stufa a legna. D’estate apro la finestra: qui, in campagna, non serve l’aria condizionata.

Quando ho bisogno di una pausa, esco in giardino: faccio una passeggiata; gioco un po’ con il cane o con il gatto; o mi metto a guardare cince e pettirossi affollarsi sulla mangiatoia.

Detesto il conformismo e l’omologazione. Amo l’ironia e soprattutto l’autoironia (per me sinonimo di intelligenza).

Mi piace il bello e il ben fatto (sono una perfezionista, a tratti pignola). E amo circondarmi di persone più brave di me perché:

 

La mente è come un paracadute: funziona solo se si apre

Cerco sempre di fare cose che non so fare per imparare come farle

P.S. Se proprio vuoi i dettagli del mio percorso formativo e professionale, clicca qui

Quanto a me

La mia casa è il mio ufficio. Mi sposto solo se strettamente necessario.

D’inverno accendo la stufa a legna. D’estate apro la finestra: qui, in campagna, non serve l’aria condizionata.

Quando ho bisogno di una pausa, esco in giardino: faccio una passeggiata; gioco un po’ con il cane o con il gatto; o mi metto a guardare cince e pettirossi affollarsi sulla mangiatoia.

Detesto il conformismo e l’omologazione. Amo l’ironia e soprattutto l’autoironia (per me sinonimo di intelligenza).

Mi piace il bello e il ben fatto (sono una perfezionista, a tratti pignola). E amo circondarmi di persone più brave di me perché:

La mente è come un paracadute: funziona solo se si apre

Cerco sempre di fare cose che non so fare per imparare come farle

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I miei contatti: